Conosciuto come “il misterioso regno delle donne”, il gruppo etnico dei Mosuo del Lago Lugu attira da decenni l'attenzione di antropologi, storici e turisti da tutto il mondo. Volete saperne di più? Prima di avventurarvi in un viaggio in Cina per conoscerli da vicino, continuate a leggere l'articolo per scoprire tante curiosità sull'unica società matriarcale vivente in Cina.
Le società matriarcali esistono fin dalla preistoria; secondi gli storici e gli antropologi è stato il primo stadio dell'organizzazione in clan e tribù dell'uomo primitivo. All'interno di un clan, stabilito dal legame di sangue, la gerarchia era definita dall'età e dal sesso.
Gli uomini erano impegnati con la caccia e la pesca o con la difesa del clan dagli animali selvatici, le donne allevavano i bambini, si prendevano cura degli anziani, si occupavano della raccolta di frutti, bacche, erbe e della conservazione e preparazione del cibo. Dalla semplice divisione del lavoro, si nota subito che le responsabilità delle donne erano più stabili, con compiti fondamentali per gli interessi di tutti ed essenziali per la sopravvivenza e la riproduzione del clan. Le donne erano quindi considerate il nucleo della società.
Dare una definizione completa di società matriarcale è molto complesso, poiché è un concetto che tiene conto di aspetti sociali, economici, politici e culturali. Per semplificare, possiamo dire che le società matriarcali sono basate sull'unione di clan estesi, dove la discendenza è riconosciuta esclusivamente in linea femminile: dalla discendenza materna derivano i beni, i titoli e tutte le posizioni sociali e politiche. Un clan vive in un'unica casa ed è composto da un minimo di tre generazioni di donne: l'anziana madre del clan, le sue figlie, le nipoti e gli uomini in diretta parentela di sangue con loro. Le donne non lasciano mai la casa del clan, nemmeno quando si sposano, e dispongono di tutti i beni, in particolar modo di quelli di sostentamento come il cibo e la terra da coltivare.
Le società matriarcali iniziano a scomparire con l'inizio delle grandi civiltà: da una società basata sulla caccia, si passa a una più stabile, legata alla città, con gli uomini che assumono ruoli di comando. Tuttavia, la storia del modello matriarcale non si esaurisce del tutto e ancora oggi ne esistono alcuni esempi, tra cui i Mosuo dello Yunnan in Cina.
Il gruppo etnico dei Mosuo è una popolazione di circa 50000 persone che vive principalmente nella provincia dello Yunnan, in Cina, sulle sponde del lago Lugu, ai confini con il Tibet.
Le leggende tramandate di generazione in generazione parlano di una mitica migrazione dal Tibet fino allo Yunnan circa 1000 anni fa; una parte della carovana, gli antenati dei Mosuo, si fermò sulle sponde del Lago Lugu, mentre l'altra continuò verso Sud fino all'attuale città di Lijiang, dando origine al gruppo etnico Naxi.
Oltre a questa leggenda, esistono testimonianze in alcune cronache storiche di epoca imperiale che confermano questa migrazione e ci danno altri dati importanti sui Mosuo: in antichità erano una popolazione nomade dell'altopiano tibetano che usavano gli yak come principale fonte di sostentamento. Nel corso della loro lunga storia si spostarono in diverse aree dell'odierna Cina Sud-occidentale, fino a stabilirsi nell'attuale Sichuan e Yunnan circa 1500 anni fa. Oggi vivono principalmente nella contea autonoma “Nianglang Yi Autonomous County” della provincia dello Yunnan, sulle sponde dell'incantato Lago Lugu.
La popolazione Mosuo è una società matriarcale, l'unica della Cina, con una cultura che si differenzia da tutti gli altri gruppi etnici e minoranze che abitano il paese. Per la precisione, solo i Mosuo che abitano le sponde del Lago Lugu conservano l'antica struttura matriarcale della società.
Come spiegato nell'introduzione, una società matriarcale è basata sulla linea di successione materna; la madre e le donne in generale sono il fulcro della società, con una posizione dominante rispetto all'uomo. In particolare, i Mosuo credono nella parità dei sessi, con divisione dei lavori tra uomini e donne, ma riconoscono l'importanza dei legami di sangue di parte materna e hanno un particolare rispetto per la figura della donna, che è assolutamente libera e indipendente dall'uomo.
Per la popolazione Mosuo non esiste il matrimonio come lo intendiamo noi, quindi due persone che si sposano, vanno a convivere e dalle quali si origina un nuovo nucleo familiare. Le donne non lasciano mai la casa del clan della madre o della nonna e lo stesso vale per gli uomini; i figli, femmine o maschi, infatti “appartengono” alla madre e non esiste il concetto di paternità. Esiste una sorta di “matrimonio itinerante”, per il quale gli uomini esterni alla famiglia sono ammessi nella casa delle donne solo dal tramonto all'alba, di giorno devono fare ritorno alla casa della madre per svolgere le attività produttive. La coppia può essere unita tutta la vita, ma non vivranno mai sotto lo stesso tetto; così come in caso di separazione, non ci sarà alcun tipo di ripercussione sociale o economica per nessuno dei due amanti.
I legami di sangue sono solo secondo la via materna e l'unica figura maschile importante della famiglia è lo zio “Awu” che deve occuparsi dell'educazione dei figli delle sorelle (e di tutte le parenti di sangue donne), dando loro il modello maschile. Il nucleo della società matriarcale dei Mosuo è la figura della madre: il rispetto per l'anziana madre del clan è fondamentale, così come l'amore incondizionato per tutti i figli, la devozione per gli antenati, il rispetto per gli anziani e per tutti i parenti di sangue.
Il clan è composto da un'unica famiglia allargata, con tutti i discendenti in linea materna che vivono sotto lo stesso tetto: si parla di almeno una decina di persone per clan. Le donne hanno le loro stanze in cui possono accogliere gli amanti, gli uomini vivono in uno spazio diverso della casa e non hanno accesso alle stanze delle donne. Il clan non si separa mai e il legame di sangue porta tutti a lavorare per il bene e la ricchezza di tutti.
Tutti i beni della famiglia, come la casa, i campi, il bestiame e i prodotti agricoli sono amministrati dalla “Dabu”, l'anziana donna saggia della famiglia. La matriarca del clan, con l'aiuto delle sorelle e figlie, si occupa quindi di tutti gli aspetti sociali ed economici. Il fratello della matriarca è la figura maschile principale, il cui compito è rappresentare il clan all'interno della società, nelle relazioni con i vicini per esempio.
A prima vista sembrerebbe che gli uomini siano in qualche modo inferiori alle donne, ma in realtà, sia all'interno del clan che dell'intera società, l'uomo e la donna sono considerati di pari livello, con una divisione equa del lavoro; ci sono compiti che spettano solo agli uomini, come la macellazione o il commercio fuori dal villaggio. Una volta entrati nell'età adulta, tutti sono chiamati a partecipare alle decisioni e alla vita pubblica, indipendentemente dal sesso. Le decisioni all'interno della famiglia e della società sono prese con la cosiddetta “pratica del consenso”: tutti discutono fino quando si raggiunge un accordo tra le parti interessate.
Il concetto di rispetto per la madre e per i parenti di sangue, la parità tra uomo e donna, la libertà nelle relazioni amorose, il lavorare per il bene di tutti: sono tutti elementi che permettono ai Mosuo di essere riconosciuti come una società pacifica e armoniosa.
Come già accennato, all'interno della società Mosuo non esiste il matrimonio, ma solo relazioni chiamate “Zouhun” (走婚) in lingua cinese o “Sese” in lingua mosuo, parole che potremmo tradurre con “matrimonio itinerante”.
Sono accettate sia le relazioni stabili e ufficiali, sia quelle di tipo occasionale e c'è piena libertà per le donne e per gli uomini di avere uno o diversi partner nel corso della sua vita. Di qualunque tipo sia la relazione, è l'uomo che va a trovare l'amante, entrando nella sua stanza dalla finestra, ma può restare solo per la notte: di giorno deve far ritorno alla sua abitazione, la casa del suo clan materno. È la donna che controlla la relazione e che “chiudendo la finestra” decide quando e se interromperla.
Grazie a questo tipo di matrimonio, non c'è una disgregazione della famiglia o del clan come nelle nostre società. La coppia non convive e non condivide proprietà, entrambi “appartengono” al clan materno.
Se dalle unioni tra uomini e donne Mosuo nascono dei figli, l'uomo non avrà nessun tipo di responsabilità economica o educativa nei confronti del bambino o della bambina. Questi compiti spetteranno al fratello della donna, chiamato “Awu”, o comunque al più vicino parente maschile per linea materna. Il padre ha il diritto di vedere i bambini e passare del tempo con loro quando ha accesso alla stanza della compagna.
Tutti gli uomini di un clan possono svolgere il ruolo di figura paterna per i bambini di una sua sorella o consanguinea, anche se non sono padri biologici dei bambini; allo stesso tempo, tutte le donne della famiglia sono considerate madri da tutti i bambini del clan. La figura dello zio “Awu” è considerata molto importante per le generazioni più giovani, più del padre biologico, ed essere un “Awu” permette di affermare il proprio ruolo di uomo.
Le relazioni amorose tra i Mosuo sono sempre basate sui sentimenti o sull'attrazione fisica, mai su interessi economici o sociali. I due amanti si conoscono durante le danze rituali in onore della dea dell'amore ed è sempre la donna che sceglie. Non esite il concetto di partner ideale, o qualcosa di simile al nostro “principe azzurro”.
I Mosuo, oltre alla struttura matriarcale della società, conservano alcuni antichi rituali, credenze e cerimonie che hanno secoli di storia.
Il popolo Mosuo pratica il buddhismo Tibetano e crede nell'antica religione Daba, un misto di culto della natura, degli antenati e della dea madre Gamu, protettrice dei Mosuo. Gli antenati sono rispettati e vi è la convinzione che si reincarnino nei giovani adulti al momento del rito di passaggio all'età adulta. Infatti, il rito funebre delle anziane del clan prevede che nella tomba sia sepolto anche il costume tipico per partecipare alla cerimonia di iniziazione. I bambini sono considerati doni degli antenati, che non hanno nulla a che fare con il clan del padre biologico, e per questo sono considerati sacri.
La cerimonia di passaggio all'età adulta è considerato uno dei riti più importanti in assoluto. I giovani Mosuo diventano adulti al compimento del quattordicesimo anno di età: da questo momento i giovani abbandonano le lunghe tuniche tipiche dei bambini, le donne indossano gonne e gli uomini portano pantaloni, per questo la cerimonia di iniziazione è anche chiamata “cerimonia delle gonne e dei pantaloni”. Il rito per le bambine è presieduto dall'anziana madre del clan, mentre per i bambini è lo zio “Awu” o la figura maschile più importante della famiglia.
Le bambine, con la cerimonia di passaggio, assumono il nome di un'antenata del clan e da quel momento ne sono considerate la reincarnazione; con il passaggio all'età adulta, le donne iniziano a intrecciare i capelli e a portare gioielli, mentre gli uomini possono iniziare a portare armi da caccia e a cavalcare.
Da quando diventano adulti, i Mosuo possono partecipare a tutti gli aspetti che riguardano la vita pubblica del villaggio e sono anche pronti per iniziare un “matrimonio itinerante”; le giovani donne ricevono una camera privata con la chiave per accogliere gli amanti quando saranno pronte. Di solito le prime relazioni e matrimoni iniziano intorno ai 16 anni, se non più tardi.
Parlare di amore e di relazioni in famiglia è considerato tabù: tutte le parole che hanno a che vedere con i rapporti con l'amante devono essere evitate, soprattutto davanti agli anziani per rispetto. Si parla di una sorta di “cultura delle timidezza”: l'amore deve essere tenuto separato dalla vita quotidiana, anche se sono accettati alcuni gesti di affetto in pubblico come le strette di mano, ed è ammesso solo di notte nel privato della camera della donna.
I villaggi sulle sponde del Lago Lugu hanno iniziato ad essere una meta sempre più gettonata tra i turisti stranieri. Questo, insieme alla modernizzazione della Cina degli ultimi decenni, ha portato a una sorta di contaminazione delle tradizioni.
La visione della donna come figura libera e indipendente, che non ha bisogno dell'uomo per i suoi compiti, è rimasta intatta; cosa sta cambiando è l'usanza del matrimonio itinerante e i riti tradizionali di iniziazione. Sempre più giovani coppie decidono di allontanarsi dai villaggi per cercare fortuna in città, sposandosi e andando a convivere per creare una famiglia. Le generazioni di anziani continuano a preservare le antiche usanze tramandandole ai nipoti, anche se, non avendo una lingua scritta, la tradizione orale sarà difficile da conservare incontaminata ancora a lungo.
Se il vostro viaggio in Cina prevede una tappa nello Yunnan, vi consigliamo di spingervi fino alle sponde del Lago Lugu per vedere dal vivo i Mosuo e apprezzare un modello di società alternativo, così lontano dalle nostre abitudini, ma pacifico e armonioso.