La Cina, grazie a una varietà di climi e microclimi nelle diverse regioni e provincie, è un paese ricchissimo dal punto di vista della vegetazione: non solo foreste, praterie, ma anche campi coltivati con diversi prodotti della terra, parchi con coloratissimi fiori, pianure e colline con alberi da frutto fragranti.
Oltre alla frutta esotica, che in Italia e nel resto d'Europa non si trova, ci sono dieci frutti che, oltre a essere deliziosi, hanno un profondo legame con la cultura cinese. Ecco quali sono:
Forse non tutti sanno che il pesco e i suoi dolcissimi frutti sono originari della Cina; da qui arrivò in Persia e, successivamente, a Roma nel I secolo d.C. dove si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. In Cina, così come da noi, è un frutto estivo e ne esistono diversi tipi: la varietà più diffusa è quella con la buccia che sembra pelosa al tatto, ci sono anche le pesche nettarine con la buccia liscia e lucida, pesche a pasta gialla, pesche a pasta bianca...I fiori di pesco sono utilizzati a scopi ornamentali e alcune varietà di pesco sono coltivati come alberi da fiore: all'orto botanico di Pechino se ne possono ammirare più di cento varietà di pesco!
Fin dall'antichità, la pesca è stata associata al concetto di immortalità. Gli antichi cinesi credevano che la pesca possedesse più vitalità di qualsiasi altro albero perché i loro fiori appaiono prima delle foglie. Il legno del pesco è considerato fin dai tempi antichi un amuleto contro gli spiriti maligni: in antichità, alla vigilia di Capodanno, alle porte delle case si appendevano rami di pesco.
Il pesco è anche protagonista di alcune opere della letteratura cinese: fu in un frutteto di alberi di pesco in fiore che Liu Bei, Guan Yu e Zhang Fei prestarono giuramento di fratellanza nel capitolo iniziale del romanzo classico cinese Romanzo dei Tre Regni; un altro bosco di peschi è l'ambientazione della favola cinese "La sorgente dei fiori di pesco" del poeta Tao Yuanming (circa 364 – 427), che racconta di un luogo utopico. I noccioli di pesca sono un ingrediente comune usato nella medicina tradizionale cinese per dissipare la stasi del sangue, contrastare l'infiammazione e ridurre le allergie.
La prugna cinese è il frutto di una specie di pruno tipica di Cina e Giappone, il prunus salicina (da non confondere con il Prunus mume noto per i fragranti fiori tipici del paesaggio cinese), che dà i suoi frutti in estate. La prugna è largamente utilizzata nella cucina cinese e nella medicina tradizionale; per quanto riguarda la cucina, oltre a essere consumata come frutto, viene essiccata e conservata aromatizzata con sale, zucchero e liquirizia. È usato anche per un liquore. Secondo la medicina tradizionale, invece, sono ottime per le articolazioni, per alcuni disturbi gastrointestinali e per idratare la pelle.
Secondo la cultura cinese, esiste un associazione tra il pruno e gli studenti. All'epoca degli Stati Combattenti, durante la dinastia Zhou (1046 – 221 a.C.) c'era un ministro di nome Zizhi. Era seguito da molti studenti e discepoli, ma nel momento del bisogno è rimasto da solo. Un giorno, si recò al cospetto di un grande maestro e gli chiese: "Perché ho addestrato così tanti studenti promettenti, ma quando ho incontrato difficoltà e avevo bisogno del loro aiuto, nessuno di loro è intervenuto, costringendomi così a fuggire dal regno?".
Il grande maestro rispose: "Se pianti peschi e prugni, non solo potrai godere dell'ombra sotto le loro fronde, ma potrai anche mangiarne i frutti: dolci pesche e prugne. Quello che hai piantato tu è l'albero sbagliato, che non dà frutti e ha i rami pieni di spine. Bisogna quindi prima selezionare i semi giusti e poi coltivarli, lo stesso vale per gli studenti.”
L'albicocco, così come il pesco, arriva dalla Cina, precisamente dalle regioni del Nord confinanti con la Russia. L'albero e i suoi deliziosi frutti arrivarono in Europa dall'Armenia, quando Alessandro Magno li scoprì e li fece arrivare nel bacino del Mediterraneo. L'albicocca è un frutto estivo ed è molto consumato in Cina per le sue proprietà nutritive: è un'ottima fonte magnesio, fosforo, ferro, calcio e potassio, alleati per combattere stanchezza cronica e affaticamento.
Secondo la medicina tradizionale cinese, le albicocche sono utili per curare l'asma e per idratare il corpo; noi diciamo “una mela al giorno leva il medico di torno”, in Cina il detto è "Chi mangia un albicocca durante la festa delle Barche Drago, non si ammalerà da anziano"...Ma attenzione a non mangiarne troppe!
Si narra che nel periodo dei Tre Regni (220 – 280 d.C.) c'era un famoso medico di nome Dong Feng che, oltre a essere molto abile a riconoscere e curare le malattie, era un nobile d'animo. Non chiedeva denaro per le medicine o i trattamenti, l'unica cosa che chiedeva ai suoi pazienti era di piantare alberi di albicocca sulla montagna una volta guariti. Da allora il termine cinese che significa “foresta di albicocchi” (杏林 xìnglín) è utilizzato anche per indicare medici capaci, rispettabili e che dimostrano etica.
La pera cinese è un po' diversa da quella che siamo abituati a vedere e mangiare in Italia; è una varietà tipica delle zone a clima temperato e subtropicale della Cina, dove è coltivato da circa 3000 anni e si è diffuso in Giappone. Questo frutto e il suo albero sono stati importati in America durante il XIX secolo e in Europa nel Novecento.
Ha una polpa succosa e croccante, molto simile a quella delle mele, una forma arrotondata e la buccia ruvida di color giallo o verde chiaro. Il periodo di raccolta va da agosto a settembre. È un frutto molto ricco di sali minerali ed è anche ottimo per reidratare il corpo dopo lo sport. Secondo la medicina tradizionale cinese, la pera è un ottimo alleato della gola ed è utile soprattutto a insegnanti, cantanti e attori e a tutte le figure professionali che usano molto la voce.
“Kong Rong offre le pere” è un modo di dire e una storia tramandata da secoli che insegna ai bambini le buone maniere. Si racconta che il piccolo Kong Rong (153 – 208), prima di diventare un grande poeta e funzionario, già a quattro anni era un bambino molto educato: per non fare un torto ai suoi fratelli maggiori, sceglie di mangiare solo le pere più piccole per lasciare le più grandi ai fratelli. Questa storia, citata anche nel Classico dei Tre Caratteri, è usata ancora oggi per insegnare ai bambini a essere educati e rispettosi nei confronti dei più grandi.
La pianta Myrica rubra è diffusa in Asia orientale e in Cina, dove è coltivata da migliaia di anni, soprattutto nelle regioni a Sud del Fiume Yangtze. Il frutto, chiamato corbezzolo cinese o semplicemente yangmei, viene spesso confuso con il lichi. Si mangia da solo come frutto, ma anche per fare confetture, liquori, aromatizzare yogurt; ha un sapore tendente all'aspro, aiuta ad abbassare il colesterolo ed è fonte di antiossidanti e acido folico. Varie parti dell'albero e del frutto sono usati per preparare coloranti alimentari. L'albero è anche coltivato per scopi ornamentali lungo i viali delle città.
Lo yangmei è protagonista di alcune poesie della letteratura cinese, anche il grande poeta Li Bai ne parla nelle sue opere. C'è anche un proverbio cinese a quattro caratteri che parla di questo frutto e del suo tipico sapore aspro: 望梅止渴wàng méi zhǐ kě , letteralmente possiamo tradurlo con “dissetarsi pensando al frutto yangmei”, ovvero “consolarsi con false speranze”. Secondo la leggenda, il generale Cao Cao, per convincere i suoi uomini a proseguire nonostante la fame e la sete, parlò loro di una distesa di alberi di yangmei al termine della marcia. Al solo udire queste parole, i soldati con l'acquolina in bocca non pensarono più alla sete e alla fame.
Il biancospino cinese, Crataegus pinnatifida, è un frutto tipico della Cina, soprattutto del Nord che matura a settembre. In medicina tradizionale, è utilizzato per favorire la digestione ed è anche un ottimo alleato contro pressione alta e colesterolo. Nella cucina del Nord è utilizzato caramellato per fare degli spiedini di frutta, i bīngtáng húlu (冰糖葫芦); questi dolci spiedini si vendono per strada e sono uno spuntino amatissimo da grandi e piccini, soprattutto nei vicoli storici di Pechino.
C'è una leggenda che racconta come sono nata l'usanza di mangiare questi spiedini di biancospino cinese caramellato: durante la dinastia Song Meridionali (1127 – 1279), la concubina favorita dell'imperatore Song Guangzong si ammalò gravemente al punto da perdere completamente l'appetito. I dottori di corte le provarono tutte finché un saggio medico venuto da fuori non propose una nuova cura: biancospino cotto nello zucchero rosso. Seguendo la prescrizione di questo dottore, la concubina imperiale ritornò presto in salute.
Il mandarino è originario della Cina meridionale e la parola cinese è omofona del termine usato per designare i funzionari di corte, che all'epoca erano riconoscibili dal tipico mantello arancione. La pianta e i suoi frutti arrivano in Spagna intorno al XV secolo e da qui iniziano a diffondersi in tutta Europa. In Cina ne esistono molte varietà, di diverse dimensioni e di diverse gradazioni di dolcezza, ma tutti molto profumati. Sono un frutto tipicamente invernale, che matura tra novembre e marzo a seconda della varietà e sono un'ottima fonte di vitamina C, ideale per affrontare l'inverno.
Così come in Italia i mandarini e le arance sono tipici del periodo di Natale e Capodanno, anche in Cina sono uno dei frutti più consumati durante le festività del Capodanno. Secondo le usanze del Capodanno Cinese, i mandarini sono simbolo di buona fortuna e la loro forma tonda richiama il concetto di unità familiare; la tradizione vuole che le donne portino cesti di mandarini quando vanno in visita ad amici e parenti per gli auguri di Capodanno. I mandarini sono anche usati come regalo: quando le giovani generazioni vanno a fare gli auguri agli anziani, ricevono in dono mandarini e “buste rosse” contenenti soldi.
Tipico frutto di fine primavera, che matura tra aprile e maggio, la ciliegia è amata anche in Cina. Coltivati fin dall'antichità per i fiori e i frutti, ne esite una varietà tutta cinese, dal sapore un po' più aspro, ma comunque deliziosa; questi alberi sono tipici del paesaggio delle regioni del Centro e del Nord della Cina: Heilongjiang, Jilin, Liaoning, Hebei, Shaanxi, Gansu, Shandong, Henan, Jiangsu, Zhejiang, Jiangxi, Sichuan. La fioritura degli alberi è un momento molto particolare dell'anno: i piccoli fiori dai petali bianchi e rosati sembrano coprire di un leggero strato di neve i rami dalle foglie verdi.
Da sempre rappresentata nelle poesie della letteratura classica cinese, la ciliegia e i suoi fiori sono associati all'amore, alla primavera e alla bellezza. Può essere una metafora per descrivere una giovane ragazza piena di vitalità, oppure un amore appena sbocciato. L'incipit di una poesia del noto poeta Li Bai (701 – 762) recita:
别来几春未还家,玉窗五见樱桃花
Bié lái jǐ chūn wèi hái jiā, yù chuāng wǔ jiàn yīngtáo huā
Potremmo tradurre e parafrasare questo verso con:
Dalla partenza, non so quante primavere siano passate senza tornare a casa, è una calda giornata primaverile, guardando dalla finestra, posso vedere i fiori di ciliegio sbocciati.
Pensando alla frutta cinese, la prima cosa che viene in mente probabilmente è il litchi. È una pianta tipica dei climi subtropicali, originaria della Cina meridionale; oggi i suoi frutti sono diffusi e apprezzati in tutto il mondo. Secondo la medicina tradizionale cinese sono un frutto “caldo”, quindi non bisogna esagerare con il consumo, altrimenti si rischiano eruzioni cutanee o addirittura svenimenti. Durante le grandi esplorazioni del Cinquecento, il litchi viene scoperto da alcuni navigatori e mercanti spagnoli, ma fu introdotto in Europa grazie ai monaci gesuiti solo tra XVII e XVIII secolo.
Il litchi era considerato una prelibatezza a corte, si dice che fosse il frutto preferito dell'imperatore Xuangong e della sua concubina favorita Yang Guifei. Nella contea di Putian, provincia del Fujian, c'è un antico albero di litchi piantato durante la dinastia Tang (618 – 907) e ha più di 1200 anni! Questo albero secolare è ancora pieno di vita, di foglie e deliziosi frutti ed è il più antico albero di litchi del mondo.
Conosciuta anche con il nome di dattero cinese, la giuggiola non è famosa solo per il detto “andare in brodo di giuggiole”. L'origine di questo frutto è incerta, alcuni ritengono che provenga dall'Africa settentrionale e dalla Siria, ma alcune cronache storiche cinesi fanno risalire la sua origine agli albori dell'Celeste Impero, proprio in Cina, circa 4000 anni fa.
Le giuggiole sono una prelibatezza in Cina, dove ne esistono diverse varietà in diverse regioni e sono consumate fresche, essiccate, o in infusi e tisane. Si fanno anche dolci alla giuggiola, il più diffuso è una torta soffice simile a un pan di spagna di color marrone e molto fragrante.
Secondo le tradizioni, il giorno del matrimonio lo sposo devo preparare giuggiole, arachidi, longan e semi di melone. Deve poi comporli secondo quest'ordine ai quattro angoli del letto che dividerà con la sposa. Il significato? Leggendo i nomi di questi frutti in cinese, suona come l'augurio “che possiate avere figli al più presto”, un po' come il nostro “auguri e figli maschi”. In alcune regioni della Cina, questi quattro tipi di frutti devono essere mangiati da nove componenti della famiglia: nove è uno dei numeri fortunati secondo la cultura cinese.