In Cina esistono due modi per dire “dare la mancia”: uno è “gěi xiăofèi” (给小费) l'altro è “dăshăng” (打赏).
Il primo modo di dire, gěi xiăofèi , è quello usato oggi per indicare la mancia come la intendiamo in Europa e in America: un piccolo premio in denaro dato dal cliente al lavoratore per il buon servizio offerto. Si dice che questa abitudine sia nata nelle locande di Londra nel XVIII secolo: all'epoca era molto frequente che il servizio fosse lento nei ristoranti, o perché i clienti erano troppi o perché i camerieri non bastavano.
Per far fronte a questo problema e cercare di soddisfare i clienti affamati, si studiò un piccolo stratagemma: una ciotola posta sul tavolo con la scritta “To Insure Promptness” (T.I.P. - nell'inglese moderno, mancia si dice proprio “tip”), che potremmo tradurre con “per avere un servizio più veloce”. Lasciando del denaro nella ciotola, si poteva avere la precedenza su altri clienti e il tavolo con l'importo più consistente veniva servito per primo. Da allora, questa abitudine ha iniziato a diffondersi e lasciare la mancia nei locali è diventata una cosa normale.
Mentre in Occidente si parla di mancia a partire dal XVIII secolo, in Cina esisteva un sistema di ricompense “extra” già a partire dalla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.)! Il secondo modo per dire dare la mancia in cinese, vale a dire dăshăng, letteralmente significa “dare una ricompensa” e si riferisce a questa antica usanza.
Nelle cronache storiche si racconta di funzionari e letterari premiati per il loro talento nello scrivere e per opere di notevole qualità o importanza; non solo denaro, ma anche oggetti preziosi come la seta erano usati per queste ricompense. Oltre a questi premi per il lavoro intellettuale, era usanza lasciare del denaro in più per i servizi nelle locande e nei teatri.
Ad esempio, chi alloggiava o si fermava a mangiare in una locanda, doveva lasciare del denaro al cameriere in caso di buon servizio; o ancora, nei teatri e nelle esibizioni di piazza, bisognava lasciare una piccola ricompensa agli artisti se si esibivano bene. Anche guardando film e serie TV cinesi ambientati in epoca imperiale, non è raro vedere scene in cui c'è questa usanza di dăshăng – dare una ricompensa - che può essere definita a tutti gli effetti un antenato dell'attuale mancia.
Mentre in Occidente il sistema della mancia per il servizio continua ancora oggi, soprattutto nei ristoranti, negli hotel e nei bar, in Cina è caduto in disuso con la fine dell'epoca imperiale all'alba del XX secolo. In particolare, con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 e l'ascesa del Partito Comunista e dei suoi ideali, la ricompensa (dăshăng) è stata vista come un'usanza borghese e capitalista, quindi cattiva e da abbandonare. Nella società cinese del XXI secolo non è più così, ma è ancora raro vedere cinesi lasciare mance ai camerieri o al personale di servizio degli hotel.
I motivi sono principalmente due: in primo luogo, i camerieri sono pagati con uno stipendio di base più dei premi per il buon servizio. È il gestore del ristorante o dell'hotel che decide a chi aggiungere allo stipendio questi premi in denaro, in base ai feedback dei clienti e al lavoro svolto: i clienti quindi non si sentono in dovere di lasciare denaro extra sapendo che è compito del proprietario aumentare o meno la paga del lavoratore. Il secondo motivo è invece culturale: lavorare come cameriere è considerato di livello inferiore rispetto ad altri lavori, quindi il cliente non lascia la mancia altrimenti metterebbe in luce la sua “superiorità” sociale, come se a lasciare del denaro in più a si volesse sottolineare di essere più ricchi e di potersi permettere di fare beneficenza.
Se siete stranieri e viaggiate o lavorate in Cina, la situazione è leggermente diversa. I cinesi sanno che in Occidente si usano le mance, quindi non è strano per loro ricevere questi piccoli extra dai clienti se fanno un buon servizio.
Attenzione però, la mancia potrebbe essere mal vista in alcuni contesti, quindi limitatevi a ricompensare solo il personale di servizio di hotel e ristoranti internazionali (camerieri e facchini), oppure le guide e gli autisti che vi seguono durante il vostro tour in Cina, quando siete soddisfatti del servizio. Lasciare la mancia ai tassisti invece non è necessario.
Per chi usa applicazioni per il cellulare per la consegna del cibo o della spesa a domicilio, avrà notato che esiste la possibilità di ricompensare il fattorino con una piccola mancia: questa usanza sta prendendo piede solo negli ultimi anni tra la popolazione cinese e può essere vista come un ritorno al sistema di ricompense dăshăng. Piove forte e il fattorino vi porta comunque la cena senza ritardi e con l'imballaggio perfetto? Una piccola mancia è un ottimo gesto di apprezzamento!
In alcune situazioni lasciare la mancia è considerato un gesto quasi offensivo per chi la riceve, quasi a voler sottolineare che l'impiegato è sottopagato rispetto alle sue capacità. Tuttavia, l'avvento del turismo occidentale in Cina ha dato un nuovo significato a questa usanza: i camerieri di molti hotel e ristoranti internazionali, così come gli autisti e le guide dei tour si aspettano di ricevere una mancia lavorando con clienti stranieri se svolgono un buon servizio.
Nelle grandi città come Pechino, Shanghai, Hong Kong e Macao l'usanza delle mance è molto più diffusa rispetto al resto della Cina. Potete lasciarla a guide turistiche e autisti del vostro tour in Cina, ai camerieri dei ristoranti internazionali e ai facchini degli hotel di lusso, quando siete soddisfatti del servizio. Una mancia in denaro o un piccolo regalo sono sempre graditi in questi casi, sopratto se avete chiesto alla persona in questione qualche servizio in più.
Nei ristoranti normali, nei fast food, nei centri benessere e ai tassisti non occorre lasciare la mancia: potrebbe essere visto come qualcosa di offensivo.
Per i facchini e i camerieri di hotel e ristoranti internazionali, potete lasciare una mancia compresa tra 5 e 30 Yuan cinesi (in contanti), che equivalgono più o meno a 0,70 € - 4 €. Per le guide e gli autisti del tour, la mancia dipende da quanti siete e dai giorni di servizio: per sicurezza chiedete consiglio al vostro consulente di viaggio.