Come è stata costruita la Città Proibita

 

Città Proibita di Pechino

Città Proibita di Pechino
Città Proibita di Pechino

Nel 2020 la Città Proibita di Pechino compie 600 anni. Il maestoso palazzo imperiale della capitale della Cina racconta la storia delle ultime due dinastie che hanno governato il paese. Ancora oggi si respira un'atmosfera regale passeggiando tra i cortili e i padiglioni.
 

In 5000 anni di storia la Cina ha visto nascere più di 550 imperatori e oltre 80 dinastie; il sorgere di una nuova dinastia, spesso, coincideva con la fondazione di una nuova capitale e la costruzione di un nuovo palazzo. La storia ha spazzato via molti di questi edifici, ma tra tutti uno ha resistito fino ai giorni nostri. Il palazzo imperiale di Pechino delle dinastie Ming (1368 – 1644 d.C.) e Qing (1644 – 1911 d.C.), meglio conosciuto con il nome di Città Proibita, è il più grande e antico palazzo reale del mondo a essere ancora intatto.
 

Quello che è passato alla storia come l'ultimo palazzo imperale dell'antica società feudale cinese è un capolavoro di architettura e ingegneria dell'epoca. La disposizione degli spazi e degli edifici segue i principi del fengshui e della filosofia cinese, le strutture sono studiate per resistere al tempo e agli assalti.

 

Contesto storico della costruzione della Città Proibita

Tutto è cominciato più di 800 anni fa: nel 1264 Kublai Khan, figlio del leggendario Genghis Khan e imperatore della nuova dinastia Yuan (1279 – 1368 d.C.) sceglie la città di Jinzhongdu come nuova capitale dell'impero. Jinzhongdu, quella che oggi si chiama Pechino, in seguito a lavori di ristrutturazione e ripianificazione durati circa vent'anni, diventa una delle città più importanti dell'epoca e passa alla storia con il nome di Yuan Dadu (letteralmente: la grande capitale della dinastia Yuan). Il palazzo imperiale costruito dalla dinastia Yuan si può definire l'antenato della Città Proibita.
 

Imperatore Yongle
Imperatore Yongle

Poco meno di cento anni dopo, la dinastia di Yuan stabilita dai mongoli inizia il suo declino e nel 1368 la dinastia Ming prende il potere dell'impero. La prima capitale della dinastia Ming è stata Nanjing (in italiano meglio conosciuta come Nanchino), situata sul corso inferiore del fiume Azzurro.

Tuttavia, per controllare meglio le regioni settentrionali e contenere le invasioni delle popolazioni nomadi del Nord, l'imperatore Yongle decide di spostare la capitale dell'impero e di trasferirsi a Pechino, in cinese Beijing, che significa “capitale del Nord”.

 

Il primo passo è stato radere al suolo la città imperiale della precedente dinastia Yuan, una pratica comune in antichità per sancire la supremazia di una nuova casa regnante. Nel 1403, l'imperatore Yongle convoca alla corte di Nanchino i più importanti e capaci maestri architetti del tempo e ordina loro di progettare e costruire un nuovo palazzo imperiale per la nuova capitale, Pechino.

 

Costruzione della Città Proibita di Pechino

Viene preso come modello il palazzo di Nanchino e, dopo l'approvazione del progetto finale nel 1406, l'imperatore Yongle firma l'editto ufficiale per spostare la capitale a Pechino e inizia la raccolta dei materiali necessari alla costruzione. Nel 1417 iniziano i lavori per la costruzione della Città Proibita di Pechino: ci vogliono solo tre anni per completare il palazzo e nel 1420 la corte si sposta ufficialmente nella nuova residenza.

Nei successivi quattordici anni vengono costruite le mura, la torre della campana, la torre del tamburo, il Tempio del Cielo, il Tempio della Terra e altri edifici complementari per la corte imperiale. Oggi, la maggior parte degli edifici di epoca imperiale che si possono ammirare a Pechino sono una ricostruzione risalente alla dinastia Qing, tuttavia il modello architettonico di base segue l'originale della dinastia Ming.

 

materiali di costruzione
Materiali di costruzione

La Città Proibita si trova al centro della Pechino dell'epoca ed è circondata da un fossato profondo 6 metri e ampio 52 metri, e da mura esterne alte 7,9 metri per scopi difensivi. Ai quattro lati delle mura ci sono torri di guardia. È a pianta rettangolare, si estende per 760 metri da Est a Ovest e per 960  metri da Nord a Sud; copre un'area complessiva di 720 mila metri quadrati, con un totale di 980 edifici e 8886 stanze.

I materiali di costruzione principali sono tre: legno, mattoni di terracotta o arenaria e marmo. Il legno è la componente principale di tutti gli edifici e questo ha reso l'intero complesso molto vulnerabile al fuoco. I calderoni di bronzo sparsi per i cortili e visibili ancora oggi erano in realtà recipienti per conservare l'acqua da usare per spegnere gli incendi.

 

La manodopera impiegata per il trasporto dei materiali e per la costruzione della Città Proibità era per lo più costituita da condannati e prigionieri, oppure dai sudditi costretti a corvée obbligatorie per pagare le tasse.

 

Struttura della Città Proibita di Pechino

Struttura
Struttura

La Città Probita è divisa in corte esterna e corte interna, la prima con ampi cortili e padiglioni destinata alla vita pubblica e alle funzioni ufficiali, la seconda per gli appartamenti privati dell'imperatore, delle sue mogli e concubine.

La porta principale o meridiana è situata al centro del lato Sud: è stata progettata e costruita a pianta concava, come una “U” rovesciata, con quattro torrette a scopo difensivo. Una volta varcata la soglia e superato uno dei cinque ponticelli in marmo sul canale interno della Città Proibita, ci si ritrova nel primo e maestoso cortile del complesso.

Da qui si accede ai tre edifici principali della corte esterna: il Palazzo della Suprema Armonia, il Palazzo dell'Armonia Centrale e il Palazzo della Preservazione dell'Armonia. Anche la corte interna è costituita da tre edifici principali: il Palazzo della Purezza Celeste, il luogo in cui gli imperatori dormivano. Accanto si trova il Palazzo della Grande Unione, nel quale erano custoditi i sigilli imperiali. Il terzo palazzo è il Palazzo della Tranquillità terrena, che era la camera nuziale dell'imperatore e di sua moglie. Tutte le porte principali dei palazzi che compongono la Città Proibita si trovano sull'asse Nord-Sud della vecchia Pechino.

 

I colori principali della Città Proibita sono il giallo e il rosso: muri, colonne, porte e finestre sono dipinte di rosso, un colore simbolo di felicità e buona fortuna secondo la cultura tradizionale cinese. Le tegole dei tetti invece sono gialle, il colore che tradizionalmente era associato all'imperatore.
 

Sui tetti degli edifici principali si notano file di piccoli animali che ricordano i gargoyle dell'architettura occidentale. Si tratta di draghi, fenici e leoni in miniatura, tre animali simbolici nella cultura tradizionale cinese. Il drago e la fenice, rispettivamente, simboleggiavano l'imperatore e l'imperatrice; il leone invece era considerato simbolo di forza e, per lo stesso motivo, davanti ad alcuni degli edifici principali sono state poste coppie di leoni a guardia dell'ingresso.

Panorama della Città Proibita di Pechino
Panorama della Città Proibita di Pechino
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